QUANDO A OGNI BICCHIERE RIMBALZANO LE FILOSOFIE (2)

Ecco la meravigliosa stupefacente entusiasmante seconda parte del resoconto della mia breve vacanza con M.K. (ovvero MisterKhorakhané).

Arrivati a Modena nel tardo pomeriggio decidiamo di riposarci un’oretta e poi uscire per la cena. Dopo svariate ricerche su Tripadvisor, troviamo un ristorante carino e prenotiamo.

Il ristorante è effettivamente carino e il personale gentile. Abbiamo molta fame e ordiniamo il mondo. MK prende un piatto di affettati grande come il sedere di Giuliano Ferrara e io prendo un tris di formaggi. Poi si passa al primo (tortellini ovviamente). Poi prendiamo tigelle e gnocco fritto. A questo punto ci rendiamo conto che stiamo per esplodere e neanche i due litri di lambrusco bevuti durante la cena aiutano la digestione. Non riusciamo neanche a parlare e con le poche forze che ci rimangono ordiniamo due amari del capo (a testa) a cui io aggiungerò dopo dieci minuti anche un fernet. A questo punto (non senza difficoltà) ci alziamo e ci avventuriamo nel centro di Modena. Dopo due orette, recuperiamo la macchina e andiamo a nanna.

 

La mattina seguente ci svegliamo al suono della trombetta seguito dall’Inno di Mameli(come MK aveva predetto).  Il clima non è dei migliori, ma la pioggia non ci spaventa e siamo pronti a visitare Modena.

 

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Siamo saliti sulla Torre Ghirlandina: la signora bigliettaia dice a MK di fare attenzione alla testa perché i soffitti sono bassi, poi mi guarda e dice che io non sbatterò la testa e ride (riferendosi alla mia bassezza), quindi  le mando due o tre maledizioni.

Poi abbiamo fatto un giro nel mercatino dell’antiquariato che c’era nella piazza centrale e si riparte.

Direzione: Maranello e museo della Ferrari.

Abbiamo fatto un po’ di coda ma ne è davvero valsa la pena: FANTASTICO! Ho fatto un milione di foto, ne metto solo alcune (tranquilli).

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Alle quattro del pomeriggio si decide che è giunta l’ora di fare pranzo. E anche a Maranello non possono mancare tortellini e lambrusco.

Dopo pranzo si riparte. Questa è l’ultima tappa della nostra vacanza: Bologna.

Non siamo fortunati, piove tantissimo. Andiamo subito in albergo e usciamo solo per cena. Troviamo in centro un ristorante davvero delizioso: piatti ottimi e vino davvero eccellente. Piove anche dopo cena per cui si torna in albergo.

La mattina seguente è una mattina speciale: è il 25 Aprile e sono felice di trascorrere questa giornata proprio a Bologna. Decidiamo di festeggiare la Liberazione in Via del Pratello. E’ stata una mattinata eccezionale. Ho conosciuto la Signora Gabriella Zocca, staffetta partigiana della 63a Brigata Bolero Garibaldi. E’ stata davvero una grande emozione. Abbiamo ascoltato il Coro R’Esistente, abbiamo cantato Bella Ciao, mangiato tigelle e bevuto lambrusco (ma va?!). Il cielo era azzurro, la temperatura perfetta, una giornata davvero meravigliosa.

 

 

 

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“O ragazza dalle guance di pesca,
O ragazza dalle guance d’aurora,
Io spero che a narrarti riesca
La mia vita all’età che tu hai ora”

Gabriella Zocca, staffetta partigiana della 63a Brigata Bolero Garibaldi.

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Dopo questa emozionante (l’ho già detto?) mattinata, ci si sposta nel centro di Bologna e, purtroppo, nel pomeriggio si riparte per casa.

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Bologna è una vecchia signora
dai fianchi un po’ molli
col seno sul piano padano
ed il culo sui colli,
Bologna arrogante e papale,
Bologna la rossa e fetale,
Bologna la grassa e l’ umana già un poco Romagna
e in odor di Toscana.

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Lo sprechi il tuo odor di benessere
però con lo strano binomio
dei morti per sogni davanti al tuo Santo Petronio

 

Eccoci, la nostra gita è finita. E’ stato tutto perfetto e abbiamo anche una colonna sonora: L’avvelenata di Guccini. Il motivo è molto semplice: non avevamo voglia di cambiare le impostazioni dello stereo della macchina per cui ogni volta che accendevamo il motore, la playlist del viaggio ricominciava dalla prima canzone della lista. L’avvelenata, appunto. E vi dirò, l’abbiamo riascoltata TUTTA tantissime volte, era brutto saltarla e passare oltre. Non si fa. Con Guccini non si fa. E soprattutto non si fa nella sua terra.

 

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare!

Quando a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie (1)

Con un po’ di giorni di ritardo causa stanchezza, problemi sul lavoro, tristezza varia ed eventuale, ecco il resoconto della fantastica breve vacanza della sottoscritta e di MisterKhorakhané (che per semplicità chiameremo MK).

Dopo aver passato l’intero venerdì a visitare cani e gatti e a pulire le deiezioni degli stessi, alle 19:30 la profumata sottoscritta sale in macchia di MK (felice del delizioso olezzo) e si parte. Direzione: Parma.

Il viaggio è stato accompagnato da allegre colonne sonore: Gianni Morandi, Peppino DiCapri e I Ricchi e Poveri ci hanno fatto tanta compagnia ed eravamo così concentrati a cantare che abbiamo sbagliato uscita sull’autostrada e siamo andati a Cremona. Niente paura, qualche porco tirato da MK e si torna indietro e con solo 800 ore di ritardo si arriva a Parma.

Si posano i bagagli nella nostra stanzetta e mi rendo conto che MK ha concentrato tutte le sue magliette, jeans e roba varia in uno zainetto grosso come il mio beauty e in quello zainetto ha anche messo il notebook, l’hard-disk e qualche CD, perché (dice) possono sempre servire (infatti serviranno, vedrete).

Nonostante l’ora tarda (mezzanotte e mezza circa), usciamo e ci facciamo un bel giro notturno nella bella Parma, ci beviamo due birre (a testa) e verso le tre ci trasciniamo nel letto.

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La mattina ci si sveglia presto ma non troppo e ci si avventura nella Parma diurna. Bel giro in centro, visita al parco ducale e ad un interessante museo napoleonico. Ci siamo anche imbattuti nel “Parma street food festival”dove abbiamo assaggiato l’ottima birra del birrificio Farnese.

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Poi aperitivo nella piazzetta centrale (beviamo parecchio, sì) e partenza.Questa volta l’obiettivo è Brescello. Io e MK siamo due grandi appassionati di Don Camillo e Peppone, per cui questa era una tappa obbligata.

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MK esplora la stazione di Brescello.
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La sottoscritta con occhi rigorosamente chiusi.

 

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Abbiamo visitato il museo, visto il famoso carro armato e la locomotiva, comprato Lambrusco e qualche quadretto carino da aggiungere alla collezione.

Il tempo non era dei migliori,  quindi siam saliti in macchina e abbiamo ordinato al navigatore di portarci a Modena.

Durante il viaggio ci siamo resi conto che potevamo fare una piccola tappa anche a Correggio, quindi abbiamo fatto una deviazione e siamo andati alla ricerca del Bar Mario, che non abbiamo trovato. Ma il paese è molto grazioso.

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A questo punto si parte veramente per Modena. Arriviamo facilmente all’hotel e  scendendo dall’auto percepisco un leggero olezzo letamoso. Mi sento quindi in dovere di esclamare a voce poco bassa “Madonna che puzza di merda” senza rendermi conto di essere circondata da anziani in gita con il parroco. MK si allontana facendo finta di non conoscermi, gli anziani si guardano perplessi, io continuo a sostenere la presenza di puzza.

MK torna e mi dice che sono una donnina tanto graziosa, così tanto graziosa da assomigliare a:

 

 

Nonostante l’aroma non proprio mentolato dell’ambiente esterno, l’albergo è carino ma ha il difetto di essere ubicato (parlo bene come potete leggere, non so mica dire solo merda) accanto ad una caserma dell’esercito. MK mi  dice che probabilmente l’indomani ci saremmo svegliati con trombetta e Inno di Mameli. Io gli dico “ma che cazzo dici?!”, lui mi dice “vedrai rimbambita!” (c’è tanto ammmmore tra di noi). Aveva ragione lui.

Questo è il meraviglioso resoconto del primo giorno e mezzo della nostra mini vacanza. A domani (o dopo domani) per il seguito.

Non cambiate canale.