Ma per fare il vetrinaio hai dovuto fare un corso?

Il veterinario cura tutti gli animali, dalla mosca al dinosauro, dalla pulce alla balena. Sola eccezione sono le zoccole, poiché queste sono curate da normali medici specialisti di malattie veneree, se sono zoccole, ma se invece sono topi femmine sono curate anch’esse dal veterinario.

(Nonciclopedia)

Questo è il primo post di un nuovo “capitolo” del mio blog, in cui vi racconterò qualche storiella che mi riguarda in veste di “futura veterinaria” o che invece ha come protagonista qualche piccolo paziente.

Iniziamo con qualche frase (più o meno divertente eheh) che ho sentito in questi anni di università 😀

– Scusi Signora potrebbe dare un’occhiata al mio cane?..Oh scusi, non signora…signorina (Dottoressa manco per sbaglio…).

– Ma hai fatto veterinaria perché non hai passato il test di medicina?

– Hai fatto bene a fare veterinaria, ci sono meno responsabilità. Se sbagli e ammazzi un cane mica è grave.

– Che bello vedere che ami così gli animali. Pensa che anche Hitler era un animalista.

– Praticamente sei un medico di serie B.

– Tentativo di abbordaggio n°1: Che bello fai veterinaria!! Sai che io ho un cane/gatto/criceto/canarino bla bla bla.

– Tentativo di abbordaggio n°2: Che bello fai veterinaria!! Visiti anche me?

– Lo so che mi aveva prescritto quella terapia, ma ho preferito ascoltare il parere dell’allevatore. Sa, lui ha tanta esperienza.

– Ma  devo anche pagare?

– Ho deciso che lo possiamo castrare, ma potrei portarmi a casa i testicoli per ricordo?

– No, io non lo castrerò perché gli ho sempre promesso che sarebbe andato in paradiso con le palline attaccate.

– Il mio cagnolino tutte le sere cerca di accoppiarsi con il mio braccio, io dopo un po’ di tempo lo stacco. Sa, non voglio che si prenda troppa confidenza.

PROPRIETARI DI ANIMALETTI NON ARRABBIATEVI EH! 😀

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Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!

 

“Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclusivo della sua campagna elettorale.
Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c’è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: “voglio abbandonare la politica e la vita”.
Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio.
Come l’anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano oppure come l’editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell’Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occuperanno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impallidire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, ma chi se ne fotte di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino.
Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la mafia. E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente”.

(I cento passi)

peppino

Peppino Impastato 

Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978

Secondo me una donna che dice ad un uomo con cui sta facendo l’amore, come con te con nessuno, andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.

Secondo me la donna, e l’uomo, sono destinati a diventare, uguali. In questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare, per attenuare certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un graduale avvicinamento, nel modo, di comportarsi, di sentire, di pensare. Insomma, di vivere. Fino alla tanto sospirata parità. Però, secondo me all’inizio di tutto, c’è sempre una donna.
Secondo me, la donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente, in tutte le vicende della vita. A volte persino nell’amore.
Secondo me, una donna  innamorata imbellisce. Un uomo…rincoglionisce.
Secondo me in un salotto, quando non c’è neanche una donna, è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c’é neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che dice di una donna, quella  lì la dà via, meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che dice ad un uomo con cui sta facendo l’amore, come con te con nessuno, andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore, non si può usare il termine sfigata.
Secondo me gli uomini, si sono sempre occupati del potere sulle cose, le donne, del potere sulle persone. Ma questa è seria non c’entra niente.
Secondo me le donne, quando ci scelgono, non amano proprio noi, forse una proiezione un sogno, un’immagine che hanno dentro. Ma quando ci lasciano, siamo proprio noi quelli che non amano più
Secondo me, una donna che si offre a un uomo sessualmente ed è respinta, rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma  in genere questa versione non regge. E allora pensa: “E già, lui si difende…  ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente … oppure si sente bloccato dall’eccessiva eccitazione”.  Il fatto che lei possa non piacere è un’ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna: l’angelo ingannatore. L’ha detto Baudelaire.
Donna: il più bel fiore del giardino. L’ha detto Goethe.
Donna: femina maliarda. L’ha detto Shakespeare.
Donna: sei tutta la mia vita. L’ha detto un mio amico ginecologo.
Sì, secondo me la donna e l’uomo, sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro.

 Secondo me la donna – G.Gaber

Tutto il male avevamo di fronte, tutto il bene avevamo nel cuore.

 

Non è detto che fossimo santi 
l’eroismo non è sovrumano 
corri, abbassati, dai balza avanti! 
ogni passo che fai non è vano. 
Vedevamo a portata di mano 
oltre il tronco il cespuglio il canneto 
l’avvenire di un mondo piu’ umano 
e più giusto più libero e lieto. 

Ormai tutti han famiglia hanno figli 
che non sanno la storia di ieri 
io son solo e passeggio fra i tigli 
con te cara che allora non c’eri. 
E vorrei che quei nostri pensieri 
quelle nostre speranze di allora 
rivivessero in quel che tu speri 
o ragazza color dell’aurora. 


fiore rosso

E questo è il fiore del Partigiano morto per la Libertà.

Buon 25 aprile.

Mangia-piante: modalità On.

“L’argomento con cui un amico cercò di convincere Gandhi ad abbandonare la tradizione ortodossamente vegetariana della sua famiglia fu dello stesso tipo. Gli disse che gli inglesi erano capaci con pochi uomini di dominare milioni di indiani perché mangiavano carne. Questo li rendeva forti. Il solo modo di combatterli era di diventare carnivori come loro. Una notte allora i due amici vanno in riva al fiume e per la prima volta Gandhi mangia un boccone di carne di capra, tradendo così la fede dei suoi genitori e della sua casta. Ma sta malissimo. Non digerisce e ogni volta che cerca di addormentarsi gli pare di sentire nello stomaco il belare della capra mangiata, come racconta nella sua autobiografia. In tutta la sua vita Gandhi non toccò più un pezzo di carne, neppure nei suoi anni da studente in Inghilterra dove tutti gli dicevano che senza carne non avrebbe potuto resistere al freddo. Io, per cultura, non mi ero mai chiesto se ero vegetariano o meno. A casa mia, da ragazzo, mangiar carne era normale, se potevamo permettercela. Succedeva di solito alla domenica. Quando Angela (sua moglie ndr) e io arrivammo in India nel 1994 eravamo ancora tutti e due carnivori e per un po’ continuammo a esserlo.
Una volta alla settimana un musulmano si presentava alla porta di casa con una impeccabile valigia dalla quale tirava fuori dei pacchi sanguinolenti con filetti e bistecche di manzo. Poi un giorno Dieter, l’amico fotografo tedesco, indicandomi per strada un branco di vacche attorno a un deposito di spazzatura, intente a mangiare sacchetti di plastica, scatole di cartone e giornali, disse: “Ecco quel che mangi con la bella carne del tuo musulmano. E pensa al piombo di tutta quella carta stampata!” Aveva assolutamente ragione. Pur permettendosi di macellare le mucche che gli Indù ritengono sacre, il nostro musulmano non aveva certo uno speciale pascolo di erba fresca dove mandare le sue vittime e quel che ci portava erano pezzi delle malaticce mucche di strada alimentate di rifiuti.

La molla a smettere fu quella. Poi, col passare del tempo, mi sono reso conto che, non considerandoli più come cibo, cominciavo a guardare gli animali diversamente da prima e a sentirli sempre di più come altri esseri viventi, in qualche modo parte della stessa vita che popola e fa il mondo. La sola vista di una bistecca ormai mi ripugna, l’odore di una che cuoce mi dà la nausea e l’idea che uno possa allevare delle bestie solo per assassinarle e mangiarsele mi ferisce.
Il modo perfettamente “razionale” in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli, tagliando la coda ai maiali perché quelli dietro non la mordano a quelli davanti, e il becco ai polli perché, impazzendo nella loro impossibilità di muoversi, non attacchino il vicino, è un ottimo esempio della barbarie della ragione.

Ma anche la verdura è vita ! mi sento dire dagli accaniti carnivori, sordi a ogni argomento, come se a cogliere un pomodoro si facesse soffrire la pianta come a strozzare un pollo, o come se si potesse ripiantare una coscia d’agnello nel modo in cui si ripianta il cavolo o l’insalata. Le verdure sono lì per essere mangiate. Gli animali no! Il cibo più naturale per l’uomo è quello prodotto dalla terra e dal sole.
Il miliardario non arrivava. Io guardavo i maialini e chiedevo, tra me e me, a chi li avrebbe mangiati: “Avete mai sentito le grida che vengono da un macello?” Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c’è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa paura dell’animale che muore. Mia nonna era, come tutti, carnivora, se poteva, ma ricordo che diceva di non mangiare mai la carne appena macellata. Bisognava aspettare. Perché? Forse i vecchi come lei sapevano del male che fa mettersi in pancia l’agonia altrui. Perché quella che chiamiamo eufemisticamente “carne” sono in verità pezzi di cadaveri di animali morti, morti ammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?
Angela continua a mangiare carne, se le capita. Per me è impossibile. Ma non è più una questione di salute, di non ingurgitare il piombo dei giornali ruminati dalle vacche di strada. E’ un problema di morale. Ecco un piccolo, bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi…”

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra.

Avete mai sentito le grida che vengono da un macello?

Io le ho sentite, io al macello ci sono stata (più di una volta).

Non mangio carne/pesce da circa 8 anni. Faccio molta attenzione, in generale, alla provenienza dei prodotti che finiscono sulla tavola.  Sono sempre stata estremamente convinta della mia scelta perché penso che la golosità non valga la vita di nessun essere vivente.

Andare in giro negli allevamenti e andare nei macelli ha rafforzato la mia convinzione.

I miei genitori mi hanno sempre insegnato ad essere rispettosa delle opinioni degli altri e lo sono anche in questo contesto.

Ma, secondo me, è necessario che tutti siano più consapevoli della realtà dell’allevamento intensivo, del trasporto degli “animali da produzione” (sì, sono definiti così) e della loro macellazione.

E poi, quando si ha la consapevolezza della “non vita” che conducono gli animali nella maggior parte degli allevamenti, allora si sceglie da che parte stare.

Questo per me è un argomento molto serio e delicato, che mi ha causato molta sofferenza perché andare nei macelli mi ha turbata (e non poco), quindi vi chiedo di non fare battute ironiche etc.

Ognuno la pensa come vuole, ripeto che rispetto le idee di tutti, volevo solo condividere un mio pensiero senza nessuna presunzione 🙂

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Un abbraccio, Ilaria