Mille e più cose.

Si possono fare mille e più cose in meno di 48 ore?

La risposta è sì. E ne ho le prove.

Il fine settimana appena finito è stato molto intenso: tanti chilometri fatti, tante risate, tante belle cose viste e grandi acquisti.

Lui è venuto a prendermi venerdì sera dopo il lavoro e siamo partiti per la Liguria. Anche se era già parecchio tardi, prima di raggiungere la nostra dimora, ci siamo fermati ad Alassio e ovviamente siamo andati a dare un’occhiata al famoso muretto con le sue piastrelle che riportano le firme di molti artisti.

Ma a me ne interessava soprattutto una di firma. Eccola.

faber alassio

 

In fondo questo è stato un fine settimana sulle tracce di Fabrizio De André e tra qualche riga scoprirete perché.

Sabato mattina avevamo in programma di andare nella spiaggia vicino a casa, ma il tempo era orribile allora abbiamo preso la macchina e siamo partiti per la Costa Azzurra. A Menton il tempo era bellissimo, ci siamo fatti un bel bagno e qualche passeggiata sulla spiaggia. Verso sera abbiamo ripreso la macchina e siamo partiti per Montecarlo.

Montecarlo è meravigliosa e di sera ancora di più. Abbiamo fatto un giretto al porto con i suoi yacth e poi ci siamo spostati nella parte più alta della città. Abbiamo ripercorso in macchina il tragitto del gran premio e abbiamo cenato. Dal paninaro eheheh.

Dopo cena si riparte verso casa e giunti a destinazione abbiamo guardato Amici miei e non è stata una scelta casuale. Infatti, il 15 agosto del 1975 Amici miei fece il suo esordio nei cinema italiani. Poi nanna che si è fatta una certa.

Domenica è stata una giornata speciale. Domenica siamo andati a Genova. Domenica siamo andati a “casa” di Fabrizio De André. La “città vecchia” ci ha accolto con i suoi profumi, i  suoi rumori e le sue voci. Abbiamo fatto un giro al Porto Antico, ma io scalpitavo per andare in Via del Campo.

Eccola, Via del Campo.

via del campo 1

via del campo 2

via del campo 3

via del campo 4

In Via del campo c’è un negozio dedicato al Faber e all’interno c’è la sua chitarra. Ovviamente volevo comprare tutto, ovviamente non potevo comprare tutto. Ma qualche acquisto l’ho fatto e sono molto molto soddisfatta.

faber acquisti

Non sono mai stata così vicino al Faber. E’ stato emozionante essere circondata dal suo mondo, è stato fantastico parlare con chi lo ha conosciuto di persona e vedere la sua chitarra.  Purtroppo non siamo potuti andare al cimitero perché era già chiuso, ma abbiamo lasciato Genova con la consapevolezza di tornarci molto presto.

Mi sembra giusto concludere questo post con la canzone che De André ha scritto per Genova, per la Genova che lui amava: quella degli emarginati, degli esclusi, quella degli ubriaconi e delle prostitute. La Genova dei dimenticati da tutti, anche da Dio:

“Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi”

Evaporato in una nuvola rossa.

Domani E’ il settantacinquesimo compleanno di Fabrizio De André e volevo consigliarvi una bella intervista a Mauro Pagani, in cui viene ben illustrato il gusto artistico del Faber, ma soprattutto Pagani ci espone una delle più grandi qualità di Fabrizio, cioè la capacità di raccontare storie senza giudicare, una qualità che purtroppo appartiene a pochi.

Per consegnare alla morte una goccia di splendore.

Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto dal ricordo di una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile.

Fabrizio De André

Domani è il sedicesimo anniversario della morte di Fabrizio De André.

Tutti gli anni in questi giorni penso “Cosa avrebbe scritto il Faber sugli avvenimenti, nazionali ed internazionali, degli ultimi anni? Cosa avrebbe scritto su se stesso?”. Purtroppo a queste domande non c’è risposta, ma abbiamo la possibilità di ascoltare ciò che ha scritto in passato e riflettere sul fatto che il tutto è ancora attuale.

De André manca. Manca un artista in grado di leggere, in maniera così precisa, quasi chirurgica (ma mai fredda o distaccata) i sentimenti e i cambiamenti delle persone e della società intera. Manca un artista con la sua stessa continua voglia (e necessità) di scoprire e di scoprirsi. Manca la sua eleganza nel mettere nero su bianco pensieri anche molto pungenti. Manca un artista che sappia parlare dell’amore come faceva lui, oggi molti scrivono sull’amore, ma non dicono nulla se non un insieme di banalità. Siamo circondati da tanti Fabio Volo che scrivono piccole parole vuote e insignificanti.

Manca Fabrizio De André e come già dissi l’anno scorso, mi rimane il grande rimpianto di non averlo mai conosciuto.