Rabbia e stop.

Sono molto arrabbiata nei confronti dell’intero misero genere umano.

Ieri pomeriggio mi è stata portata in clinica una gatta morente, lasciata agonizzante sul bordo della strada dopo esser stata investita, chissà quante ore (giorni?) fa. Nessuno, né quel bastardo ce l’ha investita né le centinaia di persone che sono passate di lì (quasi in centro città) ha controllato se fosse viva o morta. E si vedeva benissimo, non era nascosta.

La gatta è arrivata da me con 26 gradi di temperatura corporea, priva di coscienza, pressione illeggibile, grave ernia addominale, frattura dello sterno e tutta la parte posteriore divorata dalle larve di mosca. Dopo le prime cure (riscaldamento, flebo, etc etc), ha aperto gli occhi e alzato la testa.

Non so se ce la farà perché la situazione è gravissima. L’ho chiamata Lazzarina, perché è letteralmente resuscitata.

Vi racconto tutto ciò per dirvi che quando si vede un animale in mezzo alla strada o sul bordo della strada e sembra morto bisogna fermarsi e controllare, ma quasi nessuno lo fa perché il genere umano è una merda con il pollice opponibile.

Fine.

Beata tra le “bestie”

C’è la stanchezza. Le tante ore passate in piedi. Le festività mai passate a casa. I fine settimana passati quasi sempre in clinica. La gente che ti chiede se per fare il veterinario serve un diploma. Chi non ti considera un medico perché sei donna. Chi ti considera un medico di serie B perché sei “solo” un veterinario. Chi si lamenta di 30 euro di una visita, ma ne spende 700 in un telefono. C’è un po’ di carogna nei confronti di chi lavora sempre cinque giorni a settimana, si fa almeno 20 giorni di ferie l’anno e ha il coraggio di lamentarsi che lavora troppo. Ci sono le ore libere passate sui libri nel tentativo di capirci qualcosa del caso che hai visto la mattina. C’è uno stipendio che, nonostante le circa 60 ore di lavoro settimanali (a volte di più), non ti permette di pagare l’affitto di due metri quadrati sotto un ponte.

Ci sono i pomeriggi come quello di oggi, in cui ti trovi a dover fare l’eutanasia ad un cane che hai avuto in cura per mesi ma nonostante tutti gli sforzi, la malattia ha vinto. Ci sono dei momenti in cui il massimo che puoi fare è alzare le spalle e guardare il tuo paziente negli occhi e sperare di aver almeno alleviato un po’ la sua sofferenza. Ci si sente sopraffatti da un senso di impotenza che lascia senza fiato e senza forze, anche se ciò che si sta facendo in quel momento è giusto . A volte riesco ad esser forte e a trattenere le lacrime, ma oggi no. Oggi è stata più dura del previsto. Oggi le lacrime sono scese e l’abbraccio del proprietario che mi ringrazia per tutto ciò che ho fatto per il suo cane non lo dimenticherò mai.

Ma ci sono anche le giornate in cui visiti una gatta anziana gravemente denutrita, ipotermica, priva di coscienza e pensi che non potrà farcela. Invece, dopo qualche ora dalle prime terapie, alza la testa e quando apri la sua gabbietta, si alza, fa le fusa e struscia la testa contro la tua. E allora passa la stanchezza. Ti dimentichi delle tante ore passate a lavoro e ti interessa anche meno se vieni considerato un medico di serie B, perché sentire quelle fusa è tutto quello che ti serve per risvegliarti il giorno dopo e tornare in mezzo a quelle “bestie” che ti rendono tanto felice.

io cagnino

N.b. No, la Frontline non è il mio sponsor e non mi paga per questa foto. 

Una domenica bestiale

E’ domenica.

Io sono in clinica a lavorare. Ora c’è un attimo di tranquillità.

Vi presento i miei ricoverati domenicali:

  • un riccio con una ferita sul muso. E’ bravo e si lascia fare le iniezioni. Mangia un sacco. Gli ho comprato gli omogeneizzati alla frutta, ma gli fanno schifo, ha assaggiato e poi sputato il tutto contro il muro. E’ goloso di scatolette per gatti.
  • Vittorio, un piccolo micio raffreddato
  • Fiocco, un cane avvelenato in prognosi riservata
  • Berta, una gatta con problemi intestinali
  • Lilli, una gatta con problemi neurologici
  • un gatto senza nome, con una ferita alla zampa
  • una gatta senza nome, in degenza post-operatoria

Bene, io torno dai miei pazienti.

Buona domenica!!

 

Anti-cristo in pillole, due volte al giorno, prima dei pasti.

Vi propongo alcune brillanti uscite di alcuni proprietari di animaletti che ho visitato ultimamente.

 

– Dottoressa dovrebbe accelerare la procedura di vaccinazione perché mia moglie sta per buttare la pasta!

– No, il mio cane non verrà mai castrato perché almeno uno in famiglia deve divertirsi.

– Il mio gatto non mette antiparassitari perché io tolgo le pulci con le mani e poi le metto in un barattolo così soffocano.

– Buongiorno, vorrei parlare con l’oculistico, grazie!

– Dottoressa dovrebbe visitare il mio gatto perché è strano, non è lui, non parla e ieri sera non ha guardato la televisione!

– Dottoressa, lei deve sapere che il mio gatto ha preso l’anti…..l’anti….ah si, l’anti-cristo per tanto tempo ma purtroppo è morto lo stesso!!

 

io e ettore

Alla prossima 😀

 

Quando le balle cadono anche a chi non le ha.

In clinica oggi è stata una giornata  abbastanza impegnativa. Un buon numero di ricoverati, quattro interventi e parecchie visite. Erano le 18:45 e la giornata lavorativa sembrava ormai finita. Invece no, mancava lui. Il brillante, colui che si crede simpatico sempre e comunque.

Costui porta in clinica un cagnolino di circa 3 mesi per il vaccino. Inizio la visita, il cagnolino è carino ma molto, molto agitato e mordicchia. Il proprietario invece di tenerlo fermo, paciocca ininterrottamente con il cellulare.

Ad un certo punto la sottoscritta chiede:” Scusi potrebbe tenergli ferma la testa perché devo controllare se sono scesi entrambi i testicoli” [normale procedura in un cucciolino, ndr].

Lui mi guarda fisso.

Continua a guardarmi fisso.

Poi mi chiede: “Ma a chi, al cane??” (Sorrisino e occhiolino)

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gatto WTF

 

Di zebedei, erba e cacche.

Durante questo primo mese di lavoro ho imparato parecchio, ho conosciuto tanti (più o meno piccoli) simpatici pazienti, ho pianto per la morte di alcuni di loro e ho dovuto interagire con i proprietari.

Ecco alcune perle di saggezza:

– Dottoressa, ma non ho capito…quindi lei gli fa sparire gli zebedei?

(Ecco, sono diventata una piccola maga specializzata in sparizione di zebedei…”Uno, due, tre e la palla più non c’è!”).

– Io: ” Il suo cane beve molto?”

Signore: “In effetti sì, mangia molta erba”

verdone

(Ah, quindi il cane la mangia…e lei invece?)

 

– “Dottoressa, lo sa che il mio cane fa una cacca talmente bella che viene voglia di tenersela per ricordo!!”

(Ecco un bel souvenir, basta con la Torre di Pisa, basta con le gondole di Venezia, ora sulle vostre televisioni e sui vostri mobiletti del telefono ci saranno delle splendide, meravigliose e profumatissime cacche. Disponibili anche luminose e con brillantini).

 

Alla prossima 😀

Saluti dal mio Oscar.

oscar ben vestito

Quante persone possono farti sentire straordinario?

 

 

Oggi è stata proprio una brutta giornata.

Sei stato un paziente simpatico e collaborativo, preferivi le pappe per gatti e non facevi mai i bisogni nella gabbietta, ma aspettavi la passeggiata. Probabilmente ti volevo bene più io che ti conoscevo da dieci giorni rispetto ai tuoi proprietari. Ma non prendertela, peggio per loro.

Un cane può trovare, perfino nel più inutile di noi, qualcosa in cui credere (cit).

 

Ilaria at work

Sono sopravvissuta ai primi due giorni di lavoro.

Ho conosciuto un piccolo cagnolino. Ci vogliamo già un sacco di bene.

carina carina

Mi sono resa conto che l’università mi ha insegnato il 5% di ciò che serve sapere. Son cose che fanno piacere.

Ma sto imparando un bel po’ di cose e ne sono felice.

Comunque, sono giorni di Metallica e anche il cagnuflo della foto apprezza, me lo ha detto.

Oggi sono felice.

E con oggi si è concluso, positivamente, un grande capitolo della mia vita. Sono felice e tanto stanca. Ma è quella stanchezza condita con adrenalina che non mi permette di riposare e dormire, nonostante abbia chiuso gli occhi due ore nelle ultime 48.

Sono felice perché, nonostante sia stato fondamentalmente un anno di merda, qualche traguardo l’ho raggiunto. E il fatto di scrivere “felice” e “merda” nella stessa frase mi fa pensare che forse è proprio vero che dai diamanti non nasce niente, ma dal letame…

Sono felice e tu mi hai mandato l’in bocca al lupo. Tu continui ad esserci anche se hai deciso che non ti bastavo più. Continui ad esserci nei momenti più importanti della mia vita. Il cesto di fiori che mi hai portato il giorno della laurea l’ho conservato con cura, il pupazzetto è qui sul comodino. Oggi mi sono portata dietro la coccinella che mi hai regalato e ha portato bene. Ti ho chiamato dopo l’esame e mi hai detto che sono la solita paracula che dice sempre di non sapere niente e, su questo, hai anche un po’ ragione.

Io oggi sono felice nonostante il tuo comportamento vago, nonostante tu mi dica di amarmi, ma… Oggi sono felice, nonostante la notte del nostro “anniversario” tu mi hai guardata e mi hai detto che comunque quello sarà sempre il nostro giorno, io ti ho detto vaffanculo…un vaffanculo poco convinto, ma che ti ho ripetuto quando al mattino hai preparato un caffè francamente di merda, e quello era un vaffanculo più convinto. Per la serie, focalizziamoci sulle cose importanti.

Oggi penso proprio di essere felice, perché sono abilitata all’esercizio della professione di medico veterinario.

Mi sembra giusto e doveroso dire un grande grazie agli amici vicini e lontani che mi sono stati vicini e mi hanno supportata/sopportata in questi giorni. Qui su WP ci sono dei “motivatori”, ma son segreti.

Dica trentatré!

Dica trentatré!

Bau!

N.B. Io non ho riletto, se ci sono errori abbiate pazienza. Ho sonno, ma dovevo scrivere.