Le mie sono due.

Prima ho dato un’occhiata ai termini di ricerca che hanno, inspiegabilmente, portato al mio blog. Non ci avevo mai fatto caso e, nonostante la maggior parte delle ricerche rimangano (purtroppo) nella categoria “termini di ricerca sconosciuti”, ci sono delle perle di saggezza notevoli.

Ve ne propongo alcune:

Merda secca viso

Avrò la faccia come il …

Grosso prurito

Saranno piattole. Se son piattole pruderanno, c’è anche il proverbio.

Gonne tirate su dal vento

Pinza la gonna alle gambe. Comunque, mettiti le mutande.

Fighe al vento

Vedi prima.

Legarsi i polsi

Legati i polsi alla gonna, ma non alzare le braccia. Nel dubbio, mettiti le mutande.

Cazzi al vento

Tipo aquiloni o bandierine segna-vento? C’è da stare attenti.

Svegliarsi con la carogna

Presente!

Perché sono arrabbiato e disegno delle frecce

Mmmm…. sbagli. Le frecce non devi disegnarle,  devi tirarle a chi ti fa arrabbiare.

Benedico la mia famiglia prima di iniziare il pranzo di natale

Ah ok, quindi niente fanculo collettivo. Questa sì che è una brava persona.

Le mie sono due

Le mie anche.

Grazie al blog, grazie alla musica.

Probabilmente l’ho già scritto da qualche parte, ma questo blog è nato essenzialmente come sfida verso me stessa. Io sono una persona che si entusiasma subito, parto in quarta, ma altrettanto rapidamente mi stufo, mi annoio e metto da parte (non parlo degli affetti, ovviamente). Io sono anche una persona che ha sempre fatto fatica ad esporsi, a dire – senza timore – quello che pensava. Lo so che non sembra. Lo so. Ed è proprio questo il punto. L’Ilaria di adesso è diversa dall’Ilaria di circa un anno e mezzo fa, quindi dall’Ilaria che ha aperto questo piccolo blog. Quindi da un lato mi ero detta “Ilaria devi imparare ad esporti di più, non devi aver sempre paura di dire quello che pensi, non devi sempre aspettare che siano gli altri a decidere per te”, dall’altro ho detto anche “Proviamo a creare un qualcosa e a mantenerlo, a differenza del solito”.

Tutto questo per dire che questo spazio mi ha aiutata veramente molto e me ne rendo conto ogni giorno di più. Prima di tutto perché è una grande valvola di sfogo. Mi rendo conto che spesso mi lamento per cose che sembrano (sono?) delle stupidaggini e mi rendo conto che ci sono dei problemi molto più grandi e seri, ma io ci metto il cuore in tutto quello che faccio, che sia la vita privata o lavorativa, e quando nonostante il mio grande impegno qualcosa va storto, io mi incazzo e mi devo sfogare. E allora scrivo e/o mi ascolto una canzone e la pubblico. Ecco, un grande punto fermo nella mia vita è la musica. Ci sono emozioni/situazioni che non riesco ad esprimere a parole. Non ce la faccio, ci provo ma non riesco. Di solito, in questi momenti inizia a girarmi in testa una canzone… una canzone che è perfetta per quel momento. Raramente devo andarla a cercare, arriva lei. Magari l’avevo ascoltata parecchio tempo prima, ma nel momento giusto, eccola. E’ lì e grazie a lei provo a far capire cosa sento. La musica rende palese il mio non detto, mi fa da supporto, da colonna sonora. La musica mi traduce i pensieri e le emozioni, ecco.

Quindi grazie alla musica perché, spesso, parla al posto mio e grazie al blog perché, nel suo piccolo, mi ha aiutato a crescere e soprattutto mi ha dato la possibilità di conoscere alcune persone che mi hanno aiutata veramente molto e che posso, tranquillamente, definire amici.

P.s. Non ho riletto, abbiate pietà di me.

 

 

 

Quando le balle cadono anche a chi non le ha.

In clinica oggi è stata una giornata  abbastanza impegnativa. Un buon numero di ricoverati, quattro interventi e parecchie visite. Erano le 18:45 e la giornata lavorativa sembrava ormai finita. Invece no, mancava lui. Il brillante, colui che si crede simpatico sempre e comunque.

Costui porta in clinica un cagnolino di circa 3 mesi per il vaccino. Inizio la visita, il cagnolino è carino ma molto, molto agitato e mordicchia. Il proprietario invece di tenerlo fermo, paciocca ininterrottamente con il cellulare.

Ad un certo punto la sottoscritta chiede:” Scusi potrebbe tenergli ferma la testa perché devo controllare se sono scesi entrambi i testicoli” [normale procedura in un cucciolino, ndr].

Lui mi guarda fisso.

Continua a guardarmi fisso.

Poi mi chiede: “Ma a chi, al cane??” (Sorrisino e occhiolino)

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gatto WTF

 

Evaporato in una nuvola rossa.

Domani E’ il settantacinquesimo compleanno di Fabrizio De André e volevo consigliarvi una bella intervista a Mauro Pagani, in cui viene ben illustrato il gusto artistico del Faber, ma soprattutto Pagani ci espone una delle più grandi qualità di Fabrizio, cioè la capacità di raccontare storie senza giudicare, una qualità che purtroppo appartiene a pochi.

Febbre di Carnevale

Io a Carnevale ero sempre malata. Quando ero piccolina arrivava il Carnevale e io puntualmente prendevo il raffreddore, la sinusite, lo squaraus (spesso tutte e tre le cose insieme). Vi ho regalato una bella immagine di me, lo so. Accetterò i vostri ringraziamenti sotto forma di bonifico bancario (soprattutto da parte di Zeusche mi ha convinto a scrivere questo post sul Carnevale :D).

Nonostante tutto, io a Carnevale mi travestivo. SEMPRE. E festeggiavo. SEMPRE. Dove? A casa. Mi vestivo e truccavo e poi tra una tachipirina e l’altra scorrazzavo da sola per il corridoio (e a volte in bagno) e tiravo coriandoli a destra e a manca. A volte trascorrevo questa gioiosa giornata insieme al mio amico Diego, a cui avevo (strategicamente) attaccato raffreddore/sinusite/squaraus qualche giorno prima, così avevo compagnia.

I miei costumi erano abbastanza classici: principessa, fatina etc.

Invece un anno decisi di vestirmi da Power Ranger. Io volevo il costume di quella rosa. E c’è un motivo ben preciso. Diego si sarebbe vestito con il costume del Power Ranger bianco (il capo supremo, il gran visir dei Power Rangers). A me Diego piaceva un sacco, allora decisi di vestirmi come la Power Ranger rosa, che nel telefilm ha una tresca con il Power Ranger bianco. Mi sembrava una giusta strategia per conquistare Diego. Mio papa’ giro’ tutti i negozi della mia provincia, ma niente da fare, il costume rosa non si trovata. Mi comprò il costume della Power Ranger gialla. La racchia del gruppo. Fui presa dallo sconforto. Ma comunque presi l’influenza anche quell’anno. E Diego no, lui festeggio’ in piazza con una Power Ranger rosa qualsiasi e io restai a casa con la febbre.

Ecco, questa è la tragica cronaca dei miei Carnevali, tra febbre, coriandoli, imodium e prime delusioni amorose.

Fine.

power

Tanto lo sai che per me è più facile scriverti, poi bisogna vedere se leggi ma questo è un altro discorso.

 

La situazione è questa. Io non sono mica niente di eccezionale. Non credo imparerò mai a stirare decentemente le camicie. E probabilmente succederà ancora sì, insisterò ore per vedere un film per poi addormentarmi dopo cinque minuti dall’inizio. Sì, ti chiederò ancora di scendere dalla macchina per fotografare quel gregge di pecorelle che gironzola al pascolo. Ah ecco, capiterà anche di portare a casa qualche trovatello in attesa di adozione. No, non smetterò di fare la mia personalissima telecronaca durante le partite di calcio e continuerai a svegliarti in un letto completamente sfatto perché mentre dormo mi muovo continuamente. Eh si, anche se il viaggio in macchina è finito e siamo arrivati a destinazione, se c’è una canzone che mi piace si aspetta a scendere finché è terminata. Quando cucino, mi dimentico sempre il sale, che ci posso fare? Sono testarda e spesso mi impunto su delle stupidaggini. Non ho molta pazienza e mi incazzo per poco, ma anche tu a volte te le cerchi. Lo sai, io sembro tanto spavalda ma quando devo dire qualcosa di importante mi commuovo ancora prima di iniziare e allora spesso quello che voglio dirti lo scrivo o, meglio, te lo faccio capire con una canzone.

La situazione è questa. Io sono così. E di promesse non te ne faccio perché non credo ce ne sia bisogno.

Che dici?

Tu, ci stai?

La neve è bella se non hai un cazzo da fare.

Da me nevica parecchio. Mi direte: chissenefrega.

Infatti è quello che penso anche io.

Invece son tutti felici e gioiosi. Tutti che pubblicano su faccialibro foto in mezzo alla neve, foto di pupazzi di neve, foto di pupazzi di neve in mezzo alla neve, foto di cuoricini disegnati nella neve, foto di pupazzi di neve in mezzo alla neve che prendono vita e disegnano cuoricini nella neve.

Io la vostra eccitazione per la neve non la capisco: le strade fanno cagare, ci si mette il triplo del tempo per spostarsi e le scarpe si imbrattano.

E poi la neve mi mette tristezza e malinconia. Non so perché, ma è così.

Sarebbe diverso se uno potesse starsene al calduccio sotto alle coperte, possibilmente in bella compagnia. Ma se ci si deve svegliare alle sette, prendere la macchina e attraversare la città per andare a lavoro, la poesia della neve cala drasticamente fino a raggiungere la soglia del rompimento di maroni.

Io dico basta alle foto di alberelli innevati, case innevate, macchine innevate, bici innevate, balconi innevati etc etc. Nevica, lo abbiamo capito e ce ne faremo una ragione.

Io dico tiè a tutto ciò. Se vi piace tanto la neve, spalate e portatela tutta a casa vostra.

 

sordi