Statisticando.

Anche la sottoscritta mette nero su bianco queste preziose statistiche che riguardano l’attività del mio blogghino nel 2014.

WordPress dice che…

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 8.600 volte in 2014. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 3 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Ilaria dice che…

Siete coraggiosi.

 

WordPress dice che…

Hai caricato 99 immagini, per un totale di 16 MB. Son quasi 2 immagini alla settimana.

Ilaria dice che…

Sti cazzi.

 

WordPress dice che…

Il giorno più trafficato dell’anno è stato 4 marzo con 199 pagine lette. Il messaggio più popolare quel giorno fu Veterinaria “work in progress”.

Ilaria dice che…

Ero ancora una felice studentessa!!!

 

WordPress dice che…

I “miei” visitatori provengono da 37 paesi differenti e i principali sono: Italia, USA e Germania.

Ilaria dice che…

La Germania non me l’aspettavo. Bravi crucchen.

 

WordPress dice che…

I commentatori più attivi sono:

Zeusstamina 

Ysingrinus

Topper 

Silvia 

Claire

Ilaria dice… Grazie. Grazie per la pazienza e per aver condiviso con me momenti belli e molto meno belli che hanno caratterizzato questo 2014.

Un abbraccio a tutti voi! 🙂

Ecco il riassunto eheh: https://tiraiunafrecciaalvento.wordpress.com/2014/annual-report/

 

Per ogni fine c’è un nuovo inizio.

Quello che sta finendo è stato un anno complicato, un anno iniziato in salita e che si conclude in salita. Un anno di cambiamenti forzati, con tanti sorrisi di circostanza e pochi davvero sentiti. Se dovessi scegliere una parola per descrivere questo 2014, sceglierei sicuramente instabilità. E’ un’instabilità a 360 gradi. Innanzitutto emotiva. Ed è quella che fa più male, quella più faticosa da sopportare, perché non mi permette di affrontare con lucidità tutto il resto e di apprezzare quel poco di positivo che c’è stato. E’ un’instabilità che viene pesata con il vuoto che hanno lasciato quelle persone che non ci sono più, per diverse ragioni. C’è poi l’instabilità economica e lavorativa che non mi dà la possibilità di ottenere quel briciolo di indipendenza che invece mi sarebbe di grande aiuto, ma soprattutto non mi permette di affrontare (o almeno tentarci) un nuovo percorso di studio o di programmare un minimo il mio futuro. Perché si sa che la meritocrazia non esiste, serve altro, molto altro.

Ci sono stati anche alcuni momenti positivi, delle piccole boccate di ossigeno, una rapida e temporanea risalita in superficie, alcune piccole fughe necessarie per allontanarmi da quella quotidianità (che nel mio caso è sinonimo di instabilità) che mi distrugge. I pensieri positivi sono sicuramente legati ai traguardi raggiunti, alle nuove persone incontrate quest’anno, che mi hanno regalato qualche momento felice e che pur non conoscendomi benissimo, mi hanno capita ed aiutata più di tanti altri.

Nonostante il mio pessimismo cosmico, proverò a ripartire da questo, dalle piccole boccate di ossigeno…perché devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle.

 

Io non ho pazienza, non l’ho avuta mai
non parlarmi di un viaggio che poi non farai

Non è Trentino, né!

Questo fine settimana sono andata a vedere i Mercatini di Natale a Bolzano, in Trentino.

(No! Allora, NON è Trentino, va bene? E’ Alto Adige!!!! mi disse…e aveva ragione, mea culpa).

Ricominciamo.

Questa fine settimana sono andata a vedere i Mercatini di Natale a Bolzano, in Alto Adige. Mercatini tanto carini, Bolzano bellissima. Sabato mi sono divertita, ma domenica di più…molto di più, taaanto di più (eheh :D).

Ecco qualche prezioso scatto.

mercatino 1

 

mercatino 2

 

Anche se sono stati solo due giorni (scarsi) mi son serviti per staccare dalla solita routine. Sono stati anche due giorni istruttivi perché ho anche imparato molto velocemente il tedesco (o crucchen): basta aggiungere -en alla sillaba finale di ogni parola. Fatto? Fatten? Braven.

Ho fatto qualche piccolo acquisto, il più utile è senza dubbio questo cappello, da utilizzare nelle occasioni importanti eh.

 

capra capra

Sì, è un cappello a forma di capra. Con le zampettEN.

Vi lascio anche la canzone che ho ascoltato di più in viaggio.  ContentEN?

 

 

 

Sarà la stessa mano che ti accende e ti spegne.

Ho capito che c’è solo un modo per stare un po’ meglio: non fermarmi.

Perché se mi fermo, mi sento soffocare.

Perché se mi fermo penso a tutto quello che non ho e che mi manca.

Perché se mi fermo, mi sento sola e non riesco a sbloccarmi da questa cazzo di situazione. E mi sembra di sprecare un sacco di tempo, un sacco di energia per niente.

Ma non posso stare 24 ore su 24 in clinica con cani e gatti (perché lì sto meglio).

E’ stato proprio un fine settimana di merda.

…Quel taglietto sul tuo palato che si rimarginerebbe se la smettessi di stuzzicarlo con la lingua… ma non puoi…

Ilaria at work

Sono sopravvissuta ai primi due giorni di lavoro.

Ho conosciuto un piccolo cagnolino. Ci vogliamo già un sacco di bene.

carina carina

Mi sono resa conto che l’università mi ha insegnato il 5% di ciò che serve sapere. Son cose che fanno piacere.

Ma sto imparando un bel po’ di cose e ne sono felice.

Comunque, sono giorni di Metallica e anche il cagnuflo della foto apprezza, me lo ha detto.

Bandiera gialla rulez.

Avvertenze: post ad alto contenuto di cazzate. Esattamente come gli altri. 

 

Oggi è stata una giornata piena di attività impegnative.

calzin

Ecco una foto rappresentativa della mia giornata impegnativa. Sì, i calzini sono di due colori diversi. No, non è un errore. Sì, li metto volontariamente di due colori diversi. Comunque, oggi sono stata tutto il santo giorno in pigiama e ho guardato un po’ di telefilm (Una mamma per amica – per la 1553esima volta- The Killing) e mi sono drogata con alcuni pezzi degli spettacoli di Corrado Guzzanti.

Invece sabato sera era il compleanno di un’amica e siamo andate a Torino ad una festa anni 50-60. Ho sfoggiato il mio vestito a righe che fa tanto Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte e mi sono così scatenata sulle note di Tintarella di luna, La tramontana, Cuore matto etc. Ma soprattutto, SOPRATTUTTO, ho assistito al concerto di Gianni Pettenati. Sì, lui. Proprio Mister Bandiera Gialla.

Devo dire che vedere un sacco di ragazzini e non (me compresa eheh) ballare sulle note di queste canzoni (che non sono il mio genere, ma mettono – quasi tutte – allegria) e non su quelle di un David Guetta qualsiasi mi ha fatto sorridere e anche un po’ piacere. Sto invecchiando.

Volevo pubblicarvi un pezzetto live di Bandiera gialla, ma stavo ballando come un’ossessa e la registrazione è tutta traballante. Quindi, per la vostra felicità, vi pubblico soltanto una foto dell’evento. E, naturalmente, il video di Youtube.

 

pett

 

 

 

 

 

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura.

Il 29 novembre è stato il 150° anniversario del Massacro di Sand Creek, in cui soldati guidati dal Colonnello Chivington uccisero centinaia di uomini, ma soprattutto donne e bambini delle tribù Cheyenne e Arapaho.

Ciò che accadde in quell’ansa del Fiume Sand Creek è raccontato dal Faber e da Massimo Bubola nella canzone Fiume Sand Creek, pubblicata nell’album Fabrizio De André (più conosciuto come L’Indiano).

 

 

La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek.

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

lo so forse è un po’ presto per scriverti, ma volevo portarmi avanti con il lavoro dato che a breve un esercito di bimbi inizierà a mandarti lettere/letterine/mail/messaggiwhatsApp e quindi avrai un sacco di cose da fare. In realtà non so qual è il momento giusto per mandarti la letterina, perché da piccola non lo facevo mai. Se è tardi amen.

Oh saggio panzuto Uomo in Rosso, tu ben sai che io non ho una particolare simpatia per il Natale. Semplicemente il Natale mi rende triste ed è il momento dell’anno in cui mi sento più sola. Non c’è un reale motivo, ma è sempre stato così. Sarà che la mia famiglia è piccola, molto piccola e non c’è un grande cambiamento rispetto ai pranzi/cene di tutti gli altri giorni dell’anno. Ci sono quelle classiche telefonate dei parenti lontani che, appunto, senti per il Natale e vedi ai funerali. E nonostante ciò riescono comunque a scartavetrarti i coglioni con quelle domande di cui conoscono già benissimo la risposta, ma la vogliono sentire con la tua voce perché sono peppie malefiche. Fino all’anno scorso le domande tipiche erano “ma quando ti laurei?/ma ti sei laureata?/ma hai finito di studiare?/ma se facevi medicina non era meglio?”. Ora non possono più farmi questa domanda (perché sanno – sanno tutto – che mi sono laureata), ma ce ne sarà un’altra in pole position. Eccola: ma il fidanzato?/ma come mai?/ma cosa è successo?/ne hai un altro?.

Pensavo di rispondere così, che ne dici?

Comunque, caro Red Daddy, ti scrivo perché vorrei chiederti alcune cosine per questo Natale: prima di tutto vorrei un briciolo di serenità in più tra la mia mamma e la mia nonna perché la situazione ultimamente è abbastanza complicata. Vorrei iniziare ad essere almeno un po’ indipendente economicamente. Vorrei avere una minuscola casa tutta mia, ma piccola eh (tipo il mini appartamento di Pozzetto ne Il Ragazzo di campagna – TAAAAC – per dire che non ho molte pretese). Vorrei imparare a dire ti voglio bene più spesso e invece non ce la faccio, c’è un qualcosa che mi blocca e questo mi fa veramente incazzare. Vorrei essere in grado di mettere, almeno per una volta, la mia felicità prima di quella degli altri. Vorrei imparare a dire più no o a non sentirmi in colpa le poche volte in cui lo dico. Vorrei quel dannato dottorato di ricerca.

Lo so, vorrei un sacco di cose e non sono per niente semplici. Se non potrai realizzarle tutte, non me la prenderò. Ma una cosa me la devi: devi impedire la messa in onda di Mr Bean nella giornate natalizie perché ha veramente rotto i maroni.

Cordiali Saluti.

Ilaria