MAX AILOVIU

Di lui parlo, spesso. Ho un debole per lui. Quando lo vedo, in foto o in carne, il suo sorriso apre il mio. Attraverso il suo vedo i sorrisi dei bambini che ha aiutato che aiuta; vedo i sorrisi dei bambini che ora son adulti, ma dentro erano rimasti nascosti paurosi.

Quando lo leggo, lo seguo, lo sento, mi dico sempre che è stato messo sulla mia strada per ricordarmi che sì, si può fare la differenza, e lui MAX, la differenza la fa davvero e ogni giorno.

Per questo scrivo di lui e porto al suo blog, perché mi piace essere una freccia indicatrice che porta a lui e all’Associazione Prometeo. Questa volta però non vi parlo di “orchi”, questa volta vi parlo di portare anche voi un sorriso a dei bambini, se potete.
Uso le sue parole:

CI AIUTATE?
Ed anche per quest’anno ci mettiamo…

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La chemioterapia in cani e gatti.

Qualche giorno fa ho letto questo “articolo” (del 2012) che spiega, senza citare fonti, l’utilizzo della chemioterapia, e le sue conseguenze, in oncologia veterinaria.

Ecco il link: http://www.cani.com/salute-e-benessere/veterinaria/chemioterapia-veterinaria-attenzione-alla-sua-tossicit%C3%A0

Dato che da quasi quattro anni seguo gli oncologi veterinari della facoltà di Torino e dato che questo è anche l’argomento della mia tesi, dirò anche io la mia. Una piccola premessa: io non sono un luminare e non voglio convincere nessuno, la scelta di sottoporre il proprio animale a  questo tipo di terapia è strettamente personale, ma quando si parla di argomenti così seri bisognerebbe essere informati e soprattutto onesti. Io in quell’articolo di onestà (intellettuale e scientifica) e competenza ne vedo ben poca. Le ricerche medico-scientifiche non si basano su Wikipedia, ma non a tutti questo è chiaro.

In questo articolo l’utilizzo della chemioterapia viene demonizzato, praticamente i veterinari si divertono a veder star male i loro pazienti. La chemioterapia sarebbe essenzialmente inutile, anzi estremamente dannosa. Prima di tutto è importante sottolineare che in oncologia veterinaria, la chemioterapia non ha (quasi mai, purtroppo) l’obiettivo di curare in modo definitivo il paziente, ma di allungare il più possibile la sua vita e la PRIORITA’ è quella di mantenere una buona qualità di vita. Quindi non vengono utilizzati i dosaggi o i mix di farmaci tipici dell’ oncologia umana, ma si sceglie un dosaggio che abbia un effetto terapeutico, ma che contestualmente, permetta al paziente di vivere la propria vita normalmente.  In questi anni ho visto molti animali (cani e gatti) in regime chemioterapico, anche per tempi piuttosto lunghi (alcuni anni) e sarebbe sbagliato dire che non esiste nessun effetto collaterale. Gli effetti avversi esistono, ma sono generalmente controllabili e gestibili e non si presentano routinariamente. I proprietari vengono sempre informati relativamente ai vantaggi o svantaggi legati all’utilizzo di quel farmaco o di quel protocollo (utilizzando fonti reali, articoli scientifici pubblicati, studi esistenti, non la cara Wikipedia) e personalmente ho visto risultati veramente soddisfacenti. La qualità di vita dell’animale è sempre la priorità, nonostante molti vogliono far passare il messaggio opposto.

Io non ho niente contro la “medicina alternativa”, io penso soltanto che quando si decide di parlare di un argomento così importante e emotivamente coinvolgente, bisogna essere ben informati, insomma queste “statistiche documentate” bisogna citarle, inserirle. Se si vuole parlare di un argomento scientifico, lo si fa in termini scientifici: in questo articolo si parla di “cancri secondari in percentuale variabile”, ecco, percentuale variabile non significa nulla, se le percentuali si sanno (e esistono) si scrivono, altrimenti sono parole a caso. Chi ha scritto questo articolo non sa cosa sia un protocollo e non sa che il dosaggio del farmaco può essere cambiato  in base alle condizioni cliniche del paziente.  Inoltre, sarebbe opportuno osservare personalmente come viene impostata e effettuata una seduta di chemioterapia prima di demonizzare un intero settore e dare un’idea sbagliata di quella che è invece un’importante risorsa.

P.S. Mi rendo conto che ciò molto probabilmente interessa a pochi (o a nessuno), ma amen.

Riflessione importante.

Questa mattina ho fatto un giro nella mia città e ritengo doveroso segnalarvi che, secondo il mio (autorevole) parere, una delle più inquietanti conseguenze (o cause?) del decadimento della società è la massiccia trasformazione delle care vecchie Osterie in tristi e fighetti Wine Bar.

Jeans, ritrovamenti e dimenticanze.

Ritrovare, per caso, qualche soldino in una tasca di un paio di jeans che non si indossavano da un po’ è sempre piacevole. Si tratta sempre di cinque/dieci euro, è un bel ritrovamento sì, ma non cambia la vita. Ho anche pensato di lasciarli intenzionalmente, dimenticarli intenzionalmente, per la serie “accontentiamoci di poco”.

E pensavo, anche, che sarebbe bello se si potesse fare lo stesso con qualcuno, se si potesse dimenticare così facilmente qualcuno, per poi riscoprirlo dopo qualche tempo, magari cambiato. Anzi, sarebbe molto meglio se, nel periodo in cui quella persona è li’ ben nascosta in quella tasca di quel jeans che non portiamo così tanto spesso, ci rendessimo conto che siamo noi quelli cambiati e che se quel paio di jeans non lo mettiamo così tanto spesso ci sarà pure un motivo. Sarebbe bello essere consapevoli che quel ritrovamento potrà anche strapparci un sorriso sul momento, ma la nostra vita, molto probabilmente, rimarrà la stessa. Io di jeans che non porto praticamente mai ne ho, quindi pensavo di sfruttare una tasca per infilarci un po’ di brutti ricordi e un po’ persone con l’obiettivo di dimenticarmeli definitivamente, quei jeans.

A volte ritornano.

Ecco le cose interessantissime che ho fatto in questi giorni di assenza da blog (sì, sono già tornata…stavate meglio prima? Può essere):

– dopo circa 10 ore in giro per negozi, ho acquistato l’abito per la discussione della tesi (stupendo, meraviglioso, fantastico). Devo ringraziare, per il fondamentale contributo, la mia grande amica e futura collega Manu, che ha da poco aperto un blog (cheap&chic). Lei è la regina dello shopping, il gran visir degli abbinamenti, il terrore di ogni commessa.

– Ho preparato la presentazione per la discussione (ho messo per primo il punto sull’acquisto dell’abito, sì. Questione di priorità).

– Ho partecipato ad un ballo in abiti settecenteschi alla Reggia di Venaria. Bellissima serata, pretendenti a parte. Sono stata avvicinata da un tizio vestito da soldato napoleonico, recettivo come una piastrella. Gli ho detto di rendersi utile e accompagnarmi dalle mie amiche perché c’era un sacco di gente e io le avevo perse. Gli ho detto di andare avanti, io lo avrei seguito. Lui si è girato. Io anche, ma dall’altra parte. Seminato. Sono un piccolo cattivo acido genio. Ne ho incontrato un altro che mi ha parlato per venti minuti delle ottime lasagne che aveva mangiato qualche sera prima. Morirò zitella.

smith

– Ho guardato tre film. Ecco le mie dotte recensioni. “Il Grande Gatsby“: DiCaprio sempre più gnocco, potrebbe parlare per tre ore delle lasagne mangiate qualche sera prima, non sarebbe un problema perché ha quegli occhi, quel sorriso, quel tutto. E a me non piacciono i biondi, io basto e avanzo, ma per DiCaprio si fa un’eccezione. Ah, il film per me è una fregnaccia. Fine. “12 anni schiavo“: emozionante, dall’inizio alla fine. Non retorico, almeno secondo me. L’unico aspetto che non mi è piaciuto molto è che non  si percepisce tanto il tempo che passa, è un po’ statico. Ma potrei aver detto una minchioneria. “I croods“: cartone animato che racconta la storia di una famiglia di cavernicoli. Divertente, ma niente di particolare. Mi aspettavo qualcosa di più. Quando guardo un cartone ho sempre grandi aspettative. Avevo anche preparato i pop corn.

– Ho sistemato delle cose in tavernetta e ho ritrovato dei capolavori musicali che ascoltavo quando ero giovane: Backstreet Boys, Spice Girls, Raf, Lunapop e, tenetevi forte, Ambra Angiolini. T’APPARTENGO E IO CI TENGO E SE PROMETTO POI MANTENGO, M’APPARTIENI E SE CI TIENI TU PROMETTI E POI MANTIENI, GIURA!

–  Ho comprato una maglietta bellissima e molto rappresentativa. Eccola:

io silvani

 

– Mi sono alimentata con tisane, té e plasmon perché non ero molto in forma. Ho scoperto il té limone e miele: nuova droga.

– Ho riletto “Il Piccolo Principe”, almeno una volta l’anno si deve fare.

Ecco, direi che le cose più importanti ve le ho raccontate. Vi lascio con una canzone e un pensiero per Genova e i genovesi. Superba rialzati, per l’ennesima volta.

 

 

Pausa.

“Tirai una freccia al vento” rimarrà in pausa per un pochino perché mi auto-annoio a leggermi e se succede a me, figuriamoci a voi. Magari sarà una pausa solo di qualche giorno, magari di più, non so. Continuerò, comunque, a leggervi e a rompervi le balle con i miei saggi commenti.

Un abbraccio grande a tutti.