E’ stato un anno di cambiamenti, alcuni positivi, molti negativi.
Anche se questo blog non è assolutamente niente di speciale (non voglio fare la falsa modesta, è così e basta), mi ha aiutato e mi sta aiutando molto, ma soprattutto mi avete aiutata molto VOI, che mi siete stati vicini e che avete sopportato le decine di post monotematici e “strappalacrime”.
Quindi, GRAZIE a VOI per il sostegno e l’affetto.
Un bacetto ad ognuno di voi 😀
Ora vado a scrivere la tesi, ma tranquilla Ilaria c’è ancora un mese prima della consegna. E’ tutto sotto controllo.
Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile. Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me. Una dipendenza reciproca. Come una medicina, che può farti bene e male allo stesso tempo.
C. Palahniuk – Soffocare
Come on now I’m waiting
No one is walking by my side
I believe that if I get off track
You’ve got something that can bring me back
I go to you now and in a way you’re very different somehow
Screaming Trees – Forever
Take your time… Don’t live too fast,
Troubles will come and they will pass.
Go find a woman and you’ll find love,
And don’t forget son,
There is someone up above.
Non so se dalle vostre parti è lo stesso, ma qui spuntano come funghi farmacie grandi quanto un centro commerciale. E io le odio. Hanno una media di cinque entrate, ma una sola uscita ed è grande il rischio di perdersi e di rivedere la luce del sole la primavera successiva. E se per sbaglio tenti di uscire dalla porta di entrata, iniziano a suonare allarmi e sirene, stile furto al casinò di Las Vegas. Ma tranquilli, c’è la mappa all’ingresso, come a Gardaland.
Queste mega-farmacie sono dotate di reparti super specifici, c’è il reparto “creme viso per donne tra i 20 e 22 anni con pelli normali/tendenti al secco/ma a volte spunta qualche brufolo”, il reparto “creme viso per donne tra i 22 anni e mezzo e i 25 e 4 mesi con più brufoli di Cassano”. Poi, il reparto “creme rassodanti per il corpo destinate a donne già fighe” e il reparto “creme rassodanti ma è meglio un passaggio a Lourdes”.
Poi c’è il bancone di design, praticamente tre pezzi di plastica bianca lucida incollata col patafix, ma disegnato dall’architetto in mocassini e pantaloni sopra le caviglie, quindi deve essere un bancone raffinato. E caro (non vi offendete architetti, si fa per scherzare).
Poi ci sono i farmacisti, tutti giovanissimi, vestiti a puntino e col capello sistemato alla perfezione.
Poi ci sei tu, povero cliente che arrivi in farmacia per comprare una scatola di tachipirina e devi prima consultare la mappa per individuare il reparto giusto, poi aspettare la corriera perché dall’entrata saranno 10 km. Finalmente arrivi, scatta il tuo numero. Ti avvicini al balcone e il farmacista/modello ti chiede cosa desideri. Tu: “la tachipirina in compresse”. E li’ inizia la tragedia: “ma vuole le compresse rivestite in cera delle api di Pdor figlie di Kmer della tribù di Cfinir oppure quelle in vetro di Murano? Ah, ma lo sa che ci sono anche le supposte che sono molto comode?”
“Ma davvero?”
“Si ci sono quelle colorate, sono molto divertenti. Sono decorate con gli occhietti, il naso e il cappello con la visiera!”
“Ma disegnate in rilievo?”
“Ma scherza? Liiiiisce!”
“Ammazza. E quanto costano?”
“55 euro”
“Ah beh, le prendo di sicuro. Ma quelle senza il cappello con visiera, che son troppo tamarre”
“Benissimo. Guardi, la informo che c’è anche lo sconto sui preservativi in velluto disegnati da Fiorucci”
“No, bastano le supposte allegre”
“No ma li prenda, sono in edizione limitata”
“Ah beh, allora”
Dopo gli inquietanti acquisti, riprendi la corriera ed esci dal farmacione. E tu che volevi solo delle pastiglie per la febbre, ti ritrovi con delle supposte che puoi esporre al MoMA di New York e dei preservativi da usare come cappello per le Barbie.
Io rivoglio le vecchie farmacie, piccole, senza il reparto profumeria, con l’arredamento in legno e il farmacista con gli occhiali spessi cinque cm. E soprattutto io rivoglio le ZIGULI’.
Tranquilla Ilaria, dieci canzoni sono parecchie. Riuscirai tranquillamente a sceglierle.
No. Sono poche. Pochissime. Ho faticato non poco a selezionare la mia colonna sonora e ne ho aggiunte due. Perdonatemi. Di alcune non so neanche spiegare bene il motivo per cui le sento mie, lo sono e basta.
1. Un medico – F. De André
Questa è la mia canzone. Punto. E sarà scritta a caratteri cubitali anche nella prima pagina della mia tesi di laurea.
2. Nella mia ora di libertà – F. De André
Storia di un impiegato è, insieme a Non al denaro, l’album che più ascolto di De André. Questo album è un percorso: si parte dalla presa di coscienza della necessità di ribellarsi, per arrivare proprio con questa canzone, alla consapevolezza del fallimento dell’individualismo, sostituito dalla lotta comune e condivisa. E’ stato un album criticato e probabilmente non molto capito o volontariamente strumentalizzato.
“Nel carcere, in una realtà non più individualista, ma forse il massimo dell’essere uguali, l’impiegato non più impiegato scopre un nuovo modo di capire la vita e le cose che lo circondano. Scopre la realtà della parola collettivo e della parola potere” – Fabrizio De André
3. Smisurata preghiera – F. De André
Smisurata preghiera è l’ultima canzone dell’ultimo album di De André. E’ un canzone in cui viene esaltato ciò che, in realtà, è presente in quasi tutti gli album del Faber, cioè la difesa delle minoranze, il supporto nei confronti di chi “viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione” e che, attraverso una solitudine scelta liberamente, riesce a “consegnare alla morte una goccia di splendore”.
“Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi … dire “Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni…” e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze.
La preghiera, l’invocazione, si chiama “smisurata” proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso” (Presentazione di De André durante un concerto)
4. Canzone per l’estate – F. De André
Ecco. Questa è una canzone che sento particolarmente mia, anche se non so spiegare bene il perché. Se dovessi scegliere una sola canzone del Faber, forse sceglierei questa, soprattutto in questo periodo.
De André non lo sa ma, in realtà, l’ha scritta per me.
5. In un giorno di pioggia – Modena City Ramblers
Questa è una canzone a cui sono molto legata perché è stata la protagonista del mio primo viaggio in Irlanda.
6. The Rain Song – Led Zeppelin
Questa canzone c’è SEMPRE nel mio iPod. E’ la canzone che più ascolto nei miei abituali (sob) viaggi in treno.
7. Stay – Mark Lanegan
E’ la canzone del momento. E per momento intendo gli ultimi mesi.
8. Impressioni di settembre – PFM
Questa canzone me l’ha fatta ascoltare per la prima volta il mio papà, la metteva sempre in macchina. Mi ricorda i viaggi che facevamo la domenica per andare a trovare la nonna.
9. Suzanne – Leonard Cohen
In questa canzone c’è quasi tutto, delicatezza, dolcezza, passione, amore (reale ed immaginato).
E De André lo sapeva bene.
10. Just Breathe – Pearl Jam
Did I say that I need you? Did I say that I want you? Oh, if I didn’t now I’m a fool you see…No one knows this more than me.
Perché, a volte, dire realmente cosa si prova è difficile. Allora si usa la musica.
Potessero le mie mani sfogliare Pronunzio il tuo nome nelle notti scure, quando sorgono gli astri per bere dalla luna e dormono le frasche delle macchie occulte. E mi sento vuoto di musica e passione. Orologio pazzo che suona antiche ore morte. Pronunzio il tuo nome in questa notte scura, e il tuo nome risuona più lontano che mai. Più lontano di tutte le stelle e più dolente della dolce pioggia. T’amerò come allora qualche volta? Che colpa ha mai questo mio cuore? Se la nebbia svanisce, quale nuova passione mi attende? Sarà tranquilla e pura? Potessero le mie mani sfogliare la luna!
Il 19 agosto 1936 Federico Garcia Lorca venne rapito e fucilato da militanti franchisti. Aveva 38 anni.
Io sono quasi pronta per andare qualche giorno in vacanza. Quindi vi saluto ora, perché devo ancora preparare la valigia (soprattutto selezionare le dieci paia di scarpe da portarmi dietro), comprare la crema solare protezione 1500 e pensare a cosa fare nelle mille ore di treno che mi aspettano prima di arrivare in Calabria.
Vi auguro buone vacanze, statemi bene!
(Oscar è molto felice perché in mia assenza può prendere completo possesso della mia stanza)
A Roma si dice che "chi è fallito nella vita fa cinema e chi è fallito nel cinema fa produzione"...e chi è fallito nella produzione?Beh,scrive questo blog!
Se non puoi essere bella, sii brava. Se non puoi essere brava, sii bella. Ma se puoi essere bella e brava, sii entrambe le cose. Perchè la bellezza sta nella cura della persona e la bravura nella sua volontà. M.R