Cantare credo sia un ultimo grido di libertà

Stanotte ero stanca di studiare chirurgia e ho riletto qualche pagina di “Una goccia di splendore”, un’autobiografia che, naturalmente, riguarda De André. Poi, mi sono sentita un sacco in colpa perché in realtà avrei dovuto leggere e ripetere ben altra “roba”, quindi mi sono rimessa a studiare seriamente e ora sono una specie di zombie.

Comunque, vi propongo qualche paragrafo in cui De André parla della “costruzione delle canzoni” e dell’utilità, individuale e sociale, della musica.

 

“Ognuno ha un suo metodo di lavoro. Io parto sempre da un testo scritto, non necessariamente, anzi quasi mai, in metrica. La maggior parte delle mie canzoni nascono come brevi racconti. E’ la materia del narrare a suggerirmi la musica. A questo punto interviene la parte più noiosa, la tecnica del mestiere: adattare la prosa alla scansione metrica che la musica ti ha riservato. Episodi di sincronia come La ballata dell’eroe o Amore che vieni Amore che vai sono rarissimi e si perdono nella distanza degli anni. […]

Qualsiasi tipo di buona musica non può non avere altro fine se non quello di celebrare se stessa. Un’opera d’arte non può mai diventare un mezzo per raggiungere uno scopo diverso da quello della bellezza. Ho sempre pensato che la musica debba avere un contenuto, un significato catartico: tutti gli sciamani, gli stregoni di tutti i popoli, che ben conosciamo, usavano il canto come medicina. In un mondo come quello che stiamo attraversando non mi sembra il caso di continuare a fare della musica anfetaminica. Credo che la musica debba essere balsamo, riposo, rilassamento, liberazione, catarsi. Quindi non solo non mi sembra un discorso di retroguardia, ma direi che è un discorso di avanguardia, perché bisogna ridare alla musica questo aspetto catartico che non ha più. Io intendo più semplicemente la musica, il canto, come espressione dei propri sentimenti, della propria gioia, del proprio dolore. A volte può sembrare addirittura un tentativo di autoanalisi, e analizzando te stesso offri anche una via agli altri per analizzare se stessi. Non faccio musica come prodotto da vendere, come una patacca, anche se questo ci hanno insegnato a fare.

Le canzoni servono a formare una coscienza. Sono una piccola goccia dove servirebbero secchi d’acqua. Cantare, credo sia un ultimo grido di libertà. Forse il più serio. Scrivere canzoni sta diventando una responsabilità sociale, ma se ne sono accorti in pochi.

Le canzoni hanno un senso, non perché possono evitare le guerre: non è facendo canzoni contro i conflitti bellici che si eviteranno le guerre. Tuttavia esse entrano a far parte del patrimonio culturale di un popolo, sono parte della coscienza, se non altro a livello subliminale. Dunque possono essere un buon deterrente. E’ questa la loro importanza.

Sentii fin da subito che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l’ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste e l’illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. Quest’ultima si è sbriciolata presto, la prima, invece, rimane”.

 

Una goccia di splendore

 

VERY INSPIRING BLOGGER AWARD

 

Ringrazio tantissimo Belinda per avermi nomitata per questo premio. Questo è il suo blog http://belindaraffaeli.wordpress.com/ Andate a darci un’occhiata 😀

Queste sono le regole per questo premio:

-Ringraziare chi ti ha nominato

-Elencare le regole e visualizzare il logo del premio

-Condividere 7 fatti su di voi

-Nominare 15 blogger.

 

Ecco le 7 interessssantissime “curiosità” che mi riguardano:

– Anni fa ho rigato la macchina con un filo di ferro all’allora fidanzato (se lo meritava e lo rifarei). Ho fatto tutto di nascosto per non essere scoperta. Poi, entusiasta del risultato, gli ho telefonato per dirglielo. Non l’aveva presa benissimo.

– Sono una persona che con difficoltà maschera i propri sentimenti o emozioni: arrossisco per poco, piango per poco. Mi incazzo per poco, ma mi passa anche subito.

– All’asilo ho fatto la pipì in un sacchetto di patatine (vuoto) per protesta in quanto i bagni, a mio parere, erano troppo pochi.

– Tre anni fa mi sono tuffata (vestita) in un lago (ghiacciato) per salvare una libellula che stava annegando. E l’ho salvata.

– Durante il tirocinio in un allevamento di polli, un pennuto è diventato cianotico ed è collassato perché schiacciato dai suoi simili. Gli ho fatto una sorta di massaggio cardiaco e soffiato nel becco per rianimarlo davanti alla facce basite di allevatore e veterinario. Si è ripreso. Dopo un mese è stato mandato al macello.

– Forse a differenza di quello che traspare, (forse, boh), sono una persona abbastanza timida.

– Tutte le volte che si avvicina un esame universitario penso: fossi nata super gnocca ora sarei sulla copertina di Vanity Fair con un vestito di Prada addosso e meno preoccupazioni, invece che in pigiama incollata alla scrivania con i capelli alla “Lorenzo” di Guzzanti. Poi, di solito, rinsavisco.

 

IO VI NOMINO TUTTI 😀

Ciau!

 

 

 

 

 

 

Livin’s not hard, it’s just not easy

Down like the rain, down like the rain
Comin’ down like the rain, comin’ down
Oh I wanna be there, by your side
Cause this feels like dyin’ baby
Let me stay around, let me stay around

Mark Lanegan

Vedrai, vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
vedrai, vedrai
no, non son finito sai
non so dirti come e quando
ma un bel giorno cambierà.

Luigi Tenco

Oggi è una giornata di merda.

Oggi più di merda rispetto a ieri, ma meno rispetto a domani.

Quindi c’è “speranza” di peggioramento.

Attendendo il “bel giorno” di cui parla Tenco.

Ilaria

“Dove sono gli uomini? Si è un po’ soli nel deserto…”. “Si è soli anche con gli uomini”

484

 

 

I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: «Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?» Ma vi domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?» Allora soltanto credono di conoscerlo.

Il piccolo principe

Si mettono lì tra noi e il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia

 

“Ho scelto Lalla Pisano e Maria Mereu perché le loro voci mi sembravano in grado di rappresentare bene la “Madre Terra”, quella, appunto, che vede continuamente passare le nuvole e rimane ad aspettare che piova. È messo subito in chiaro che “si mettono lì / tra noi e il cielo”: se da una parte ci obbligano ad alzare lo sguardo per osservarle, dall’altra ci impediscono di vedere qualcosa di diverso o più alto di loro. Allora le nuvole diventano entità che decidono al di sopra di noi e cui noi dobbiamo sottostare, ma, pur condizionando la vita di tutti, sono fatte di niente, sono solo apparenza che ci passa sopra con indifferenza e noncuranza per nostra voglia di pioggia”

“Le mie Nuvole sono  da intendersi come quei personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; sono tutti coloro che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere. Nella seconda parte dell’album, si muove il popolo, che quelle Nuvole subisce senza dare peraltro nessun evidente segno di protesta”.

Faber

Ma se ci tieni tanto puoi baciarmi ogni volta che vuoi

 

“Una volta avevo ascoltato una canzone che mi era rimasta in testa, mi era piaciuta tantissimo, ed era Alice di Francesco De Gregori. Nello stesso tempo mi era rimasta in testa una domanda: ma perché Alice guarda i gatti e non può guardare quel lampione là o non può guardare qualsiasi altra cosa, un sasso piuttosto che un cespuglio, un albero? E volevo chiederglielo, però non sapevo come, non lo conoscevo e avevo questa domanda da fargli…
L’estate successiva scopro che sta iniziando a lavorare con mio padre ad un album che era Volume ottavo. Figurati, impazzisco, vado in Sardegna e me lo trovo lì, a casa. In pigiama. Che lavora con mio padre, seduto sul mio divano, con la chitarra, giovane, con la barba rossa, un po’ fricchettone […]. E allora io prendo coraggio e vado da lui […]. Comincio alla larga, poi piano piano mi convinco e un giorno: «Francesco, perché Alice guarda i gatti?»
Lui mi guarda con un occhio aperto e l’altro chiuso… Non mi risponde. E non mi ha mai risposto. Anzi mi ha risposto, però in un modo abbastanza inconsueto: cioè scrivendo una canzone, con mio padre. Si chiama Oceano, e devo dire che io sono orgoglioso di questa canzone perché è stata dedicata a me. È la risposta di perché Alice guarda i gatti. Al che non mi sono più sognato di fargli domande di questo genere..”

Cristiano De André

 

Ed arrivò un bambino con le mani in tasca
ed un oceano verde dietro le spalle
disse “Vorrei sapere, quanto è grande il verde
come è bello il mare, quanto dura una stanza
è troppo tempo che guardo il sole, mi ha fatto male”

Sesso&Dentiere

Ma Ilaria, sei maliziosa?! Si lo sono.

Ma non è femminile né elegante lo sai?! Si, so anche questo.

 

Ma, dato che son curiosa, vorrei proprio sapere qualcosa di più su quel signore già di una certa età, che oggi in farmacia ha comprato contestualmente una confezione di preservativi e un tubetto di adesivi per dentiere.

Anzi, forse è meglio che non ci penso, che è meglio.

 

E beccatevi questo video, che mi fa un sacco ridere 😀

Ma sono mille papaveri rossi

 

E adesso aspetterò domani
per avere nostalgia
signora libertà signorina anarchia
così preziosa come il vino così gratis come la tristezza
con la tua nuvola di dubbi e di bellezza.

Faber

La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.

Gaber

Emancipate yourselves from mental slavery
None but ourselves can free our minds
Have no fear for atomic energy
‘Cause none a them can stop the time
How long shall they kill our prophets
While we stand aside and look
Yes some say it’s just a part of it

Won’t you help to sing, these songs of freedom
‘Cause all I ever had, redemption songs
All I ever had, redemption songs
These songs of freedom, songs of freedom

Bob Marley